In aula, giovedì scorso, era presente anche l’unico dipendente ad oggi rimasto, per cui le mensilità non percepite ammontano a 15. Il lavoratore, nei giorni precedenti, aveva inviato a tutti i consiglieri comunali una nota in merito alla sua difficile situazione, ma è poi dovuto andar via senza che l’argomento fosse realmente dibattuto e sviscerato dall’assise.
I fatti sono tristemente noti, ma di segnali positivi neanche l’ombra, se non le parole del sindaco, Flavio Gabbarini, che ancora una volta ha voluto ribadire l’attenzione dell’Amministrazione sulla vicenda e nulla più. A farsi portavoce delle istanze del lavoratore non stipendiato da oltre un anno sono stati, nuovamente, il consigliere di Fratelli d’Italia, Fabio Papalia, il consigliere di Comunisti d’Italia, Virgilio Seu, e il consigliere del Partito democratico, Enzo Ercolani, con interventi, però, che si sono risolti con il solito temporeggiamento in attesa degli esiti giudiziari.
“Nel difficile momento storico che stiamo attraversando – ha dichiarato Seu – è impossibile pensare che un lavoratore riesca a sopravvivere oltre un anno senza stipendio. Quindi l’Amministrazione aveva ed ha il compito di intervenire a prescindere dall’iter giudiziario”.
Nel braccio di ferro intrapreso con la Assoservizi, sono rimasti stritolati una quindicina di dipendenti, ma il primo cittadino, spalleggiato dal Presidente del Consiglio, Sandro Giannini – che si è appellato alla sensibilità e segretezza del tema trattato -, ha preferito rimandare la discussione in Commissione.
“La risposta fornita dal sindaco è a dir poco ridicola – ha tuonato il consigliere Fabio Papalia – e rispecchia in pieno la sua maggioranza. Tutti noi consiglieri eravamo stati informati che il dipendente Assoservizi non percepisce stipendio da 15 mesi. Quel dipendente umilmente era presente in aula, attendeva risposte e invece il sindaco ha dichiarato non opportuna la discussione in sede consiliare. Ma cos’è il Consiglio comunale se non l’assise preposta a discutere ogni problematica riguardante la cittadinanza?”. Parole dure cui ha fatto eco la rabbia di molti, non solo dei diretti interessati ma anche di quanti hanno voluto schierarsi a difesa del lavoratore, vittima di un’ingiustizia e in forte difficoltà, che ha scelto di metterci la faccia presentandosi in Consiglio comunale.
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